domenica 28 maggio 2023

Luglio 2021. Quarnero, Quarnerolo e Isola di Veglia

 Diario di viaggio

Quarnero, Quarnerolo e isola di Veglia

Una delle domande frequenti che ci sentiamo fare dai nostri amici, all'inizio di ogni anno è:-"dove andate quest'anno in crociera?"

Certe domande nella mia mente sono come la semenza. Ne pianti una e ne nascono molte, come per  esempio:- "quanto tempo avremo? in che periodo dell'estate partiremo? come sarà il meteo? Risposta...boh!

Poi, se proprio devo essere sincero, personalmente non mi piace fare troppi progetti. Trovo che, per il nostro tipo di vacanza, siano poco indicati, avendo poi da fare i conti con l'Oste che nella tasca della "traversa" porta sempre tante variabili ed imprevisti mi piace riservarmi decisioni da prendere giorno per giorno.

I pontili della Lega Navale di Trieste sono come i porti di tutto il resto del mondo, dove i croceristi stanno appollaiati nei loro pozzetti e, facendo finta di essere intenti nelle proprie faccende, scrutano gli arrivi delle barche di ritorno. Poi camminano avanti e indietro come gabbiani furbetti e cercando di passare inosservati, si avvicinano agli equipaggi appena sbarcati, con le orecchie tese, cercando di raccogliere informazioni sulle rotte percorse. Avidi di notizie e di aggiornamenti sui luoghi visitati.

Noi non ci sottraiamo a questa pratica e l'estate del 2021 è stata l'estate nella quale la maggior parte degli skipper ed equipaggi, al loro rientro dalla crociera, hanno riferito di condizioni meteo particolarmente strane ed in generale sono stati registrati molti giorni di vento, anche forti, dai quadranti meridionali.

Questo ha comportato sicuramente navigazioni contro mare formato, decisamente impegnative ed a volte, presumo, anche poco divertenti.

Quindi, presa la carta in mano, abbiamo deciso di provare a percorrere una rotta alternativa sulla quale  pochi velisti sono soliti impegnare i propri giorni di vacanza estiva.

Quarnero e Quarnerolo passando tra la terraferma e la costa orientale dell'Isola di Veglia.

Tutti sanno infatti che quel tratto di mare solitamente, anche in piena estate, è battuto dalla bora. I "weather forecast" emessi dalle stazioni radio costiere danno praticamente ogni notte raffiche di vento fino a 40 nodi nel canale del Velebit e in prossimità di Senj.

Già questo basta a spaventare la stragrande maggioranza dei velisti che, per le loro vacanze, desiderano per sè e per le famiglie sonni tranquilli.

Quindi, se la stagione dava venti prevalenti dai quadranti meridionali, la scommessa da accettare era che avremmo potuto dormire sonni tranquilli sulla nostra ancora nel regno della Bora. Una rara occasione per visitare luoghi che difficilmente vengono inseriti tra le rotte dei navigatori-croceristi estivi.

Saltiamo quindi la trascrizione del nostro diario di bordo che riporta la navigazione da Trieste fino a Medulino in quanto, per quel che ci riguarda è un trasferimento da casa al mare vacanziero che la maggior parte dei lettori conosce bene, e andiamo direttamente ai giorni di navigazione del Quarnero.

23.07.2021 Notte in baia a Medulino.

Se le previsioni del tempo non fossero state cosi buone e senza vento, avremmo deciso di inoltrarci più all'interno della baia di Medulino ma ci siamo convinti a trascorrere la notte ancorati subito fuori a quella che sulla carta è denominata Uvala Bijeca. 

Ci siamo così risparmiati gli schiamazzi del centro cittadino e inconsapevolmente garantiti uno dei più bei spettacoli di madre natura sfoggiati con una luna rossa gigante che pareva galleggiare nella calda atmosfera estiva regalandoci un panorama altamente suggestivo laddove solitamente non c'è molto da vedere.

24.07.2021 Da Medulino a Ustrine

Partenza mattutina senza fretta dopo aver fatto colazione con il sole già abbastanza alto ed un bagnetto mentre le spiagge sono ancora deserte. Solo qualche podista salutista che corre lungo il sentiero tra i pini. Per il resto lasciamo gli ombrelloni della spiaggia ancora chiusi e le moto d'acqua in silenzio ancora per un po'. Siamo ad inizio della nostra vacanza e dentro di me, nascosto da sentimenti angelici, nel profondo del mio animo - ma non troppo - spero che si guastino oggi stesso tutte le moto d'acqua da qui al Montenegro.

La barca scivola con il motore al minimo tra gli isolotti e metto prua verso Capo Marlera di cui vedo già il faro. Alzo la randa all'insegna del mio indomabile ottimismo che viene premiato dopo circa mezzora da un refolo di aria da Nord. E' stato bello anche se è durato poco e la navigazione da qui in poi è proseguita noiosamente a motore verso la Baia di Ustrine.

Visto che le previsioni per la notte danno vento di scirocco intendiamo ancorare nella parte meridionale della baia. Anche questa per noi è una novità in quanto non ci siamo mai fermati qui avendo sempre preferito il lato a nord che è più chiuso, intimo, dove si può ancorare su un discreto bassofondo sabbioso e portare una cima a terra.

Entrambe le baie sono molto distanti dai centri abitati e si affacciano al mare solamente pochissime abitazioni private. Quindi siamo lontani da fonti di inquinamento luminoso e con tempo buono il cielo stellato è lo stesso dei luoghi esotici più lontani.

Calata l'ancora nel primo pomeriggio, poco lontano da una spiaggetta privata e dai segnali di corpi morti dove sono ormeggiate piccole imbarcazioni locali. Fondale con poca sabbia e ciottoli ma quanto basta a garantirci un discreto ancoraggio che ci fa sentire sicuri. Abbiamo visto però altre barche, arrivate dopo di noi, dar fondo più volte all'ancora nel tentativo di farla prendere ma evidentemente, più ci si allontana da riva e più insicuro risulta l'ancoraggio anche a causa del degradare del fondale che qui è sempre roccioso.


Decidiamo di impegnarci in una passeggiata nel paese di Ustrine. Varato il tender abbiamo percorso un miglio e mezzo circa fino ad una spiaggia da dove si prende il sentiero che si inerpica fino al villaggio.

La spiaggia Veli Zal degrada ripidamente verso il mare ed è fatta di grossi ciottoli bianchi. Di giorno è sempre molto affollata, quindi atterriamo a remi e trasciniamo il tender in alto, lontano dal bagnasciuga.

Ci inerpichiamo per questa camminata lungo la strada che è molto ripida e con numerosi tornanti. Per fortuna che la maggior parte del tragitto è cementato altrimenti lo sterrato sarebbe difficile da affrontare senza scivolare.

Lungo la strada ci sono alcune panchine dove poter riposare e godere del panorama sul mare mentre si riprende fiato.

A differenza della baia, nel paese di Ustrine, il segnale telefonico è presente e garantisce il collegamento a internet per scaricare il meteo e fare una telefonata a casa.

Qui non ci sono negozi, Market o altri servizi. Nell'edificio che in passato ospitava la scuola oggi c'è l'unica piccola trattoria del paese. Il locale ha apertura stagionale ed i tavoli sono tutti disposti all'aperto su una terrazza coperta da una pergola che dà sul mare con un incantevole panorama e dove vengono serviti semplici ma gustosi piatti della tradizione locale. 

Al nostro ritorno in barca scopriamo che, durante la nostra assenza, una rumorosa famiglia dell'est Europa, ha buttato l'ancora praticamente a terra facendo posizionare la loro barca proprio sopra alla nostra ancora ma il Comandante si è premurato immediatamente di assicurarmi che al mio primo fischio la mattina seguente, avrebbe liberato lo spazio per permettermi di salpare e che nella notte avrebbe fatto buona guardia.

25.07.2021 Da Ustrine a Cherso

Notte passata tranquillamente. Tra un sonno e l'altro, sentivo il vento da sud che passava tra le sartie. Le barche, illuminate dalla luna, si sono sempre mantenute alla stessa distanza.

Il cielo è chiaro ed è ora di partire. Avvio il motore, salgo in coperta, il salpa ancora è una sveglia sufficientemente convincente e, come da accordi, il Comandante dell'Est emerge dalla cabina. Recupera a mano qualche metro di calumo ed io salpo senza problemi la mia ancora. Due mani alzate in un silenzioso saluto internazionale e la nostra navigazione riprende senza ritardi.

Le vele si gonfiano, andatura di poppa, verso Cherso con un vento di circa 15 nodi che si dispone secondo il profilo della costa.

A Cherso vorrei trascorrere la notte all'ancora e lì abbiamo appuntamento con i nostri amici Filippo e Valeria sulla loro barca Peterpan.

Durante la navigazione il vento rinforza progressivamente. 

Giunti a doppiare Punta Pernat il vento salta di direzione e rinforza improvvisamente fino a 35 nodi da est sud est. Poche miglia ci separano dall'imboccatura della baia di Cherso e non ho troppa voglia di allungarmi il tragitto con insistenti  bordi di bolina contro un vento che mi alza onda corta e fastidiosa. Quindi a secco di vela procedo a motore per l'ultimo tratto.

L'intenzione sarebbe stata quella di avvicinarmi più possibile alla diga dell'ACI Marina, una volta entrato nella baia di Cherso, e di dare fondo all'ancora e invece, dopo l'ingresso in baia ci siamo resi presto conto che la situazione era ben più affollata di quello che si pensava.

Oltre a questo, il vento soffiava ancora più forte rendendo l'ancoraggio per la notte molto insicuro. La soluzione che ci garantirà sogni tranquilli sarà... un bel finger dell'ACI Marina, sottovento,  con acqua e corrente.

Da qui, passeggiata in città insieme agli amici che ci hanno raggiunto e cenetta in uno dei ristorantini turistici del lungomare.

26.07.2021 da Cherso a Malinska

La giornata un po' grigia ci nega il classico azzurro del cielo e ci accompagna nella navigazione a motore verso nord senza il vento. Costeggiando il profilo dell'Isola dei grifoni alto e frastagliato, roccioso e screziato del verde di macchia mediterranea. Non ci sono insenature o spiagge degne di nota. Sulle poche piccole imbarcazioni che si fermano all'ancora non c'è nessuno a bordo il che suggerisce che si tratta di pescatori subacquei intenti nella caccia grossa. Invece io mi dedico alla caccia col binocolo di pescatori intenti a salpare reti o nasse. Spero di trovare qualche anima pia che, dietro al giusto compenso economico, ci sganci una manciata di scampi per una busera da fare sul fornello di bordo e da gustare con gli amici.

Lungo il percorso ne abbiamo avvistati pochi. Li abbiamo avvicinati senza intralciare il loro lavoro ma le risposte sono state più o meno le stesse. "No go!"..."No sce niente!"..."Me scervi per clienti de ristorante!..."Proscimo ano lascia barca casa e vien casa mia a magnar!"

Raggiunta la punta più a nord dell'isola di Cherso interrompiamo la navigazione per una sosta bagno. Il fondale è troppo alto per calare l'ancora. L'acqua è di un blu cobalto fino a pochi metri dalla riva il chè non suggerisce niente di diverso da scogliera a piombo. Giulia preferisce restare a bordo mentre io un bagnetto rinfrescante me lo faccio volentieri.

Poi riprendiamo e la prua vira a dritta facendo aumentare i gradi bussola. Decido di seguire ancora per un po' la costa che ammiriamo in tutte le sue forme.


Inoltre il mio sguardo si alza spesso per aria nel tentativo di avvistare in cielo le forme dei famosi grifoni, tanto pubblicati sulle brochure pubblicitarie per incantare turisti, che non abbiamo mai visto e che sempre di più mi sembrano celarsi dietro al manto del mito. Un po' come i daini di Cherso che, anche loro su quest'isola, dovrebbero pascolare selvaggi rendendosi visibili ai croceristi solamente nelle ore del tramonto, quando si avvicinano al mare, in certe baie deserte per abbeverarsi o per pascolare.

Salutiamo per il momento Cherso e viriamo a sinistra. Prua sulla baia di Malinska dove abbiamo deciso di trascorrere la notte. Pian piano si alza vento da sud che ci permette di alzare le vele e di goderci l'ultimo tratto di mare nella navigazione a vela.

Un bordo unico ci conduce fino alla baia di Malinska. Giù le vele e giù l'ancora. Stasera improvvisiamo la cena a bordo con gli amici mentre i delfini nuotano calmi nella baia.

27.07.2021 Da Malinska a Klimno

Anche oggi il meteo non ci promette nulla di entusiasmante. Cielo ovattato e poco vento. avviamo la navigazione lungo la costa nord occidentale dell'isola di Veglia. Anche qui nulla di entusiasmante. Costa bassa, verde, alcuni paesi, spiagge e campeggi ma nel complesso, vista dal largo, una costa che non ha molte attrattive ai nostri occhi fino al porto industriale ubicato nella baia di Omisalj.

Tuttavia, passata Punta Kijac, lo scenario cambia drasticamente. Il bianco del calcare carsico diventa il colore predominante di tutto ciò che ci circonda compreso il mare che riflette i colori di cielo e terra. Anche oggi arriva il momento per una pausa della navigazione per il pranzo e un bagnetto e viene individuata la baietta di Selehovica il luogo dove andare a mettere il naso. 

Quello che il mare non riflette sono certi profumi dai quali vengo letteralmente investito. Come uno schiaffo ai sensi vengo colto da un fortissimo profumo di erbe aromatiche mai sentito così intenso.

La baia è molto stretta e la poca sabbia è accumulata in fondo ad essa dove una barca come Frea difficilmente riuscirebbe a stare alla ruota sull'ancora. Quindi, questa baietta dall'acqua limpida e profumata di macchia mediterranea non rappresenta un luogo ideale per pernottare. Mai dimenticarsi che in queste zone, anche in caso di tempo ottimale, il rischio di raffiche violente di notte è sempre forte.

Spuntino...pisolino...bagnetto, poi salpiamo l'ancora e riprendiamo la nostra navigazione per le rimanenti sette miglia che ci dividono dalla baia di Klimno.

Il transito nel canale che divide l'isola di Veglia e la terraferma, sovrastato dall'Imponente omonimo ponte, è certamente uno dei momenti più emozionanti della nostra navigazione.


Mi guardo intorno e mi rendo conto che in questa fine di luglio, in un tratto di mare stretto come questo, collegamento tra il Quarnero ed il Quarnerolo, tra le isole e la terraferma siamo praticamente solo noi. Due barche appena in un tratto di mare così ampio.

La navigazione prosegue a motore verso sud mentre il tempo tende a migliorare. Questo tratto di costa cosi bianco di pietra spoglia si abbassa pian piano man mano che ci avviciniamo alla baia di Klimno. In caso di mal tempo - ed il canale in alcune cartografie prende appunto il nome di Canale del Maltempo - non ci sono ripari. Nessun ridosso o riparo dal vento fino appunto a Klimno dove però è sconsigliato entrare con il vento di bora a causa del bassofondo in entrata.

Ma noi entriamo in questa baia, chiusa da tutti i lati, con il meteo favorevole e l'aspetto del luogo ci infonde subito un gran senso di sicurezza. Il fondale in tutta la baia è basso ed il fango garantisce un'ottima tenuta dell'ancora.

Decidiamo di dar fondo all'ancora nei pressi del paese di Klimno. A terra vediamo una strada alberata che porta in paese.

E' presto e con Giulia decido di fare un giro con il tender per la baia. In particolare di andare in fondo ad essa, nel luogo dove anticamente vi erano delle saline, dove i turisti si divertono a fare il bagno ed a sguazzare nel fango qui presente, rinomato per le sue qualità terapeutiche. Anch'io non mi trattengo a questo innocente divertimento nel tentativo di diventare, se non più intelligente, almeno un po' più bello.


Rientro su Frea e dopo le necessarie pulizie ci troviamo con gli amici per scendere a terra con i rispettivi tender e fare una passeggiata fino al paese alla ricerca di un localino dove mangiare.


Al Ristorante Oleander, lungo la riva del paese, troviamo un tavolo nella terrazza dalla quale godiamo una bellissima vista sulla baia e, alla luce del tramonto, ci vengono serviti con cordialità, piatti gustosi ed un po' diversi dai soliti.

28.07.2021 da Klimno a Arbe

Klimno si è rivelato un luogo molto bello e tranquillo. Fondali bassi e fangosi in una baia più simile ad una laguna che ad un golfo marino, contornato da costa verde ricca di pini marittimi, fanno di questo luogo un ancoraggio ideale e piacevole per trascorrere la notte all'ancora. Così, mentre a lento moto Frea guadagna in uscita la bocca della baia alle prime ore del giorno, non posso fare a meno di pensare che questo è l'unico posto dove poter ancorare in questo ampio tratto di mare e questo lo tengo bene a mente mentre il mio sguardo si rivolge a sud verso il Velebit che domina dall'alto tutta la costa.

Navighiamo a motore lungo la costa orientale verso il sud dell'isola di Veglia, vento nullo e mare a specchio. Oltre a noi neanche una barca a muovere questo specchio di mare.

La costa è alta e rocciosa che pare di essere in montagna. Scarsa la vegetazione costituita da bassa macchia mediterranea che riesce appena a punteggiare di verde le rocce frastagliate.


Capita di vedere delle radure erbose più in basso, vicino al mare.


Quasi giunti a Punta Sokol, nella parte meridionale dell'isola, decidiamo di fare la consueta pausa scegliendo Mala Luka come luogo per la sosta. Carta nautica e portolano descrivono questo come un buon luogo dove calare l'ancora per brevi soste.

Rimaniamo meravigliati entrando a Mala Luka.

Una baia stretta e profonda tra cime di montagne prive di vegetazione ad alto fusto. Erba bassa e qualche cespuglio nelle valli che scendono verso la baia. Entrando a sinistra una barca da pescatore è ormeggiata sull'unico pontile esistente. Una baracca per gli attrezzi ed un paio di bambini che giocano. Giù in fondo una spiaggia con i bagnanti arrivati con le loro barche.

Mi giro indietro e guardando il cielo, neanche troppo lontano, vedo delle sagome che sembrano aquile.

Finalmente i grifoni si sono spogliati del velo del mito e ci appaiono in tutta la loro eleganza mentre il loro volo sorvola le rocce più alte.




L'ancora va giù e la vedo sul fondo venti metri più in là sulla sabbia bianca. E' l'unica cosa che mi fa credere di essere in una classica baia tra le isole croate.

Un tuffo nell'acqua limpida. Alzo gli occhi, mi guardo intorno e mi sembra di trovarmi a duemila metri in un un lago tra le alpi mentre i grifoni fanno la parte delle aquile e continuano a volteggiare tra le correnti convettive di aria calda che si alza sulle cime.


Bella magia ma il tempo passa e anche se l'incanto nei miei occhi continua, il tempo è indifferente alle nostre volontà. Cosi si è fatta l'ora di riprendere la navigazione e dopo aver mangiato, il salpa ancora recupera una manciata di sabbia bianca insieme all'ancora. Solo un piccolo effimero souvenir. 

Mentre ripercorriamo all'indietro la baia non posso fare a meno di continuare a guardare in alto i grifoni che continuano a volteggiare senza mai battere le ali. Sento le risa dei bambini che corrono sull'erba vicino alla baracca del pescatore e mi sembra di vedere una cartolina di tempi passati.

Prua verso Arbe. Guardo la carta nautica e noto che circa dieci miglia a sud c'è l'isola calva, Goli Otok. Dopo aver letto la storia poco felice di quest'isola mi piacerebbe visitarla e visto che andarci richiede solo una "piccola" deviazione dalla rotta per Rab...sono indeciso se proseguire per Rab o deviare per Goli. Ancora un po' di strada e poi decideremo!

Finisce qui il riassunto del diario di bordo e tornando ai giorni d'oggi siamo veramente felici di aver colto l'occasione per navigare nelle acque di Veglia e, agli amici che ci hanno chiesto notizie al nostro rientro, abbiamo certamente consigliato di non perdere l'occasione di andarci.

Abbiamo visitato luoghi particolari ed affascinanti e per certi versi inconsueti; siamo stati avvolti dal profumo di macchia mediterranea come mai prima d'ora; abbiamo ancora negli occhi l'eleganza del volo dei mitici grifoni sopra alle cime rocciose.

A proposito di miti... alla fine siamo stati accontentati anche in un altro desiderio.

Nel corso della navigazione verso casa, come spesso ci accade, ci siamo fermati a Ossero.

Dal Piccolo marina di Bonifacic, abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata in centro del paese verso l'ora del tramonto e camminando sui pontili, lo sguardo si sposta verso la macchia boschiva a poche decine di metri dalle barche. Sembrava un gregge di capre ed invece, ecco che a pascolare poco distante dalle barche e dal traffico stradale abbiamo visto con stupore e meraviglia un piccolo branco di daini.


Ogni volta che ci siamo fermati all'ancora in qualche baia di Cherso, ricordavo quanto letto sul portolano al riguardo ma mai ne avevo visto uno. Abbiamo visto capre, pecore e somari ma di daini neanche l'ombra. 

E' stata una vacanza fortunata sotto ogni aspetto!

Paolo e Giulia con la collaborazione di Silvia


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