17 - 20 Giugno 2017
Crociera nella laguna Nord di Venezia su Sealife (Show 29)
Abbiamo la fortuna di vivere a pochi kilometri da una delle città più belle e più visitate del mondo.
Vengono da ogni dove a vedere questo capolavoro artistico e architettonico che è la città di Venezia. Vero scrigno di tesori storici che spesso i turisti si spingono a visitare fino alle isole di Murano, Burano e Torcello. Li vedi tutti in fila, come formichine, camminare sulle fondamenta all'inseguimento di ombrellini colorati nell'intento di cogliere in pochissime ore i segreti di luoghi che conservano secoli di storia.
In realtà la parte nord della laguna veneta è la zona più anticamente abitata della laguna, sin da quando, a causa delle incursioni dei cosiddetti barbari, i vertici della chiesa dell'allora città di Altino si trasferirono a Torcello.
Infatti l'isola fu nel 600, sede del governo bizantino sull'adriatico nord orientale.
Del complesso urbano facevano parte anche la città di Costanziaco della quale non rimane nessuna traccia se non l'isola di "Sant'Arian" (San Adriano Martire) che ospitava in antichità un monastero Benedettino e che, dopo varie vicende storiche, fu destinato a ossario. Infatti, nella seconda metà del 1700 l'isola accolse i resti di alcuni cimiteri veneziani svuotati.
Nel 1220, San Francesco transitò in questa parte della laguna al ritorno dal suo viaggio in medio oriente in occasione della guerra crociata e soggiornò nell'isola che ancora oggi si chiama San Francesco al Deserto.
Insomma, in questa parte della laguna veneta si respira aria della storia più antica del territorio ma anche di quella più recente.
Ne sono testimonianza le numerose fortificazioni militari, che furono della Serenissima prima e che videro insediarsi gli austriaci poi, come la torre Massimiliana dell'isola di Sant'Erasmo ed il forte di Treporti.
Ma in giro per la laguna ci sono vari isolotti sui quali furono costruite strutture militari come per esempio magazzini e polveriere.
Storia antica ce l'ha anche la burocrazia italiana, anzi, in questo caso è tutta veneta, visto che i natanti, per poter circolare all'interno della laguna veneta devono obbligatoriamente essere contrassegnati da un numero di matricola. Sia chiaro che questo è valido solo per la laguna di Venezia.
Se possediamo un natante infatti e non siamo residenti a Venezia possiamo richiedere l'assegnazione del numero provvisorio di matricola alla Provincia di Venezia sul sito:
http://www.trasporti.provincia.venezia.it/naviglag/TargheNatanti.html
Bisogna dire però che, all'epoca dei fatti la pratica è stata svolta con celerità ed efficienza dal personale preposto che è stato anche molto gentile nel fornire ogni informazione necessaria.
Torniamo a quei giorni.
17.06.2017
Partiamo da Trieste con un bel borino fresco che ci permette di navigare su una ortodromica di sessanta miglia da Trieste a Porto Lido di Venezia.
Undici ore di navigazione impegnativa ma divertenti con mare formato di poppa soprattutto al largo di Caorle dove, stimiamo, siamo passati su qualche onda che arrivava ai due metri di altezza.
In programma abbiamo la visita all'isola di Lazzaretto Novo, da poco restaurato e visitabile. Sant'Erasmo con il suo centro e le sue campagne, San Francesco al Deserto e Torcello.
Vicino a queste isole vi sono il Marina Vento di Venezia, il Diporto Velico di Sant'Elena, il Marina di Lio Piccolo vicino a Treporti, e più a nord, il Marina Fiorita. Tuttavia, conoscendo la zona ho previsto di trascorrere le notti all'ancora nelle vicinanze delle isole da visitare e muoverci con il tender.
Il nuovo pannello solare ci garantisce il frigo ghiacciato e siamo partiti con il pieno d'acqua. Potremo così godere di panorami che solo certi angoli di laguna permettono di osservare.
Arriviamo nel tardo pomeriggio, e oltrepassata la struttura del MOSE in Porto Lido, procediamo per il Canal di Sant'Erasmo.
Qui ormeggiamo SeaLife lungo la banchina attrezzata con anelli, ubicata proprio di fronte all'isola del Lazzaretto Novo e scendiamo per sgranchirci un po' le gambe nel centro abitato dell'isola.
In un lontano passato Sant'Erasmo era l'isola che difendeva la laguna dal mare. Oggi é la più grande isola interna, una vera e propria campagna coltivata a orti, giardini e vigne ed é difesa dall'aria salsa dal Litorale del Cavallino.
In paese, sugli scaffali del piccolo negozio di alimentari, oltre alla classica mercanzia da supermercato, troviamo alcuni degli ultimi vasetti di "castraure sott'olio".
Le castraure sono i primi tagli dei boccioli dei carciofi violetti. Non ne vengono prodotti in quantità industriale e non li ho mai visti vendere in luoghi diversi da qui ma sono molto pregiati e dopo averli assaggiati, si capisce il perché siano diventati anche un presidio slow food.
L'isola è detta anche "l'orto di Venezia" perché, soprattutto in passato, riforniva il centro cittadino di frutta e verdura. Oggi, oltre agli orti familiari, varie serre per la coltivazione di verdure e ortaggi e alla coltivazione del famoso carciofo violetto, Sant'Erasmo è il luogo dove un importante imprenditore francese ha trovato l'ambiente ideale per fondare la "Vigna del mar" da cui proviene un vino molto pregiato che viene invecchiato in una vecchia imbarcazione affondata nella vicina laguna.
Riprendiamo SeaLife e ci spostiamo vicino al lato est dell'isola del Lazzaretto Novo, esattamente nel canale di Tresso dove circolano solo piccoli natanti e il fondale permette l'ancoraggio di piccole imbarcazioni come SeaLife che pesca circa 170 cm.
18.06.2017
La notte è passata calmissima, non abbiamo sentito passare neanche una barca fino all'alba, senza onde e neanche una zanzara.
Sbarchiamo il tender e lasciamo SeaLife all'ancora nel canale di Tresso. Poche centinaia di metri e raggiungiamo il pontile ACTV del vaporetto che ferma all'isola di Lazzaretto Novo solo nei giorni di apertura al pubblico.
Dopo qualche difficoltà incontrata per sbarcare, vista l'altezza del pontile rispetto a noi e le ostriche che mettono in serio pericolo l'integrità del tender, aspettiamo che il museo apra.
La visita al Lazzaretto è molto interessante e, oltre alle testimonianze riguardanti la vita dei marinai ed i documenti sui traffici commerciali, mostra come la Repubblica di Venezia, fin dal 1400 aveva predisposto strutture di isolamento in quarantena delle merci e dei naviganti per contrastare le epidemie di malattie come la peste che allora imperversavano in tutto il mondo conosciuto.
Alla fine della visita decidiamo di continuare la passeggiata a S. Erasmo cominciata il giorno prima. Principale obiettivo della visita è il lato sud dell'isola e la "Torre Massimiliana".
Purtroppo abbiamo trovato chiusa questa monumentale parte delle fortificazioni ottocentesche a causa del suo cattivo stato di conservazione.
Da fuori appare comunque chiaro che l'architettura si richiama alla base della nostra lanterna anche se la nostra è molto più elegante essendo stata costruita in pietra bianca mentre questa è in mattoni rossi ormai malconci.
Fa caldo e in un chiosco poco lontano, prima di riprendere la navigazione, beviamo qualcosa di fresco e gustiamo anche le famose castraure. Ci rinfreschiamo al bagno in quella che ritengo essere l'unica spiaggia all'interno della laguna di Venezia e poi via.
Il nostro programma ci conduce in navigazione verso nord lungo il canale di S. Erasmo. Nessun problema di pescaggio in questa via d'acqua che è regolarmente percorsa anche dalle navi dell'ACTV.
Giunti in prossimità del canale di San Francesco al Deserto, su un fondale di circa 2.5 metri, diamo fondo all'ancora in uno degli angoli di laguna più isolati e tranquilli.
Rarissime sono le piccole imbarcazioni a motore a transitare lungo questo canale mentre invece numerose sono le barche sportive a remi delle tante associazioni remiere di voga veneta che approfittano delle acque placide per svolgere i propri allenamenti.
Ragazzi e ragazze di ogni età si sfidano su coloratissime "mascarete" e "caorline" sfiorando coi remi le briccole del canale.
Noi siamo a pochi metri dai cipressi del monastero che affondano le loro ombre nell'acqua smeraldina della laguna ed i merli fanno sentire forte il loro canto all'imbrunire.
19.06.2017n
All'alba ci circonda una tale calma placida che viene perfino il dubbio se la barca sia o meno in galleggiamento o si sia piantata nel morbido sedimento fangoso del fondale ma un breve sguardo permette di vedere che SeaLife è correttamente posizionata controcorrente, nel verso opposto della sera precedente.
Ore nove. Siamo alla porta del monastero francescano che apre puntuale.
Siamo arrivati con pochi minuti di anticipo che ci permettono di leggere le varie lapidi murate li accanto.
Il monastero, fondato dopo il 1220, è un'oasi verde nella laguna. Un giardino curato che circonda l'abitazione medioevale di pochi frati che vivono in ritiro spirituale e di meditazione.
Poche ore sono sufficienti per visitare tutto il complesso che lascia comunque contenti di aver visitato un luogo così particolare.
Riprendiamo dopopranzo la navigazione. Percorriamo i Canali di Burano e di Torcello fino ad arrivare in prossimità dell'imbarcadero ACTV di Torcello.
Qui ancoriamo con molta attenzione e prudenza su sei metri d'acqua e fondale di fango poco compatto.
Fuori dai canali non c'è fondale sufficiente e all'interno le forti correnti possono far impattare sulle briccole la barca ancorata alla ruota. Oltre a questo bisogna stare lontani dalle rotte delle motonavi, delle barche turistiche e traffici merci.
Buona regola qui è calare un'ancora a prua e una a poppa nel senso longitudinale del canale. Calumi lunghi per via del fango molle perché qui, la corrente di marea, può raggiungere i quattro nodi di velocità.
Raggiunta Torcello con il tender, ci concediamo una bella passeggiata per i sentieri alberati, le fondamenta di mattoni, i ponti antichi e poi la visita alla Basilica.
Ci sediamo a uno dei tanti tavoli liberi e pranziamo con fritto misto che risulta essere all'altezza del luogo. Altrimenti, se avessimo voluto piatti ricercati e certamente più costosi, avremmo potuto recarci alla vicina Locanda di Cipriani o al ristorante al Trono di Attila o spostarci sulla vicina isola di Mazzorbo per andare a mangiare all'Osteria Venissa ma...lasciamo per altre occasioni.
20.06.2017
Partiamo alla volta di Trieste lasciando una laguna veneta che non è certo facile da navigare per i meno pratici ma, con i suoi angoli più remoti, ci ha accolto nel migliore dei modi facendoci sentire protetti e sicuri.
Tempo indietro la conoscenza delle profondità dei canali si apprendeva solo perché si era del posto e quindi per cultura tramandata da generazione in generazione o per esperienza empirica rischiando di restare in secca.
Per chi invece, mentre legge questo racconto, medita di intraprendere questo piccolo viaggio, ci sono dei modernissimi strumenti come quello pubblicato al seguente indirizzo web:
http://veporto.it
dove si trovano tutte le informazioni di un modernissimo portolano on-line oltre che i dati AIS delle unità maggiori in navigazione.
Val la pena anche di aggiungere che la Torre Massimiliana di Sant'Erasmo, in questi ultimi anni, ha avuto il restauro che merita. Purtroppo viene aperta al pubblico solo in determinate occasioni come, per esempio, rievocazioni storiche o anche la sagra del carciofo violetto di Sant'Erasmo che si svolge nel mese di maggio.
Buon vento
Paolo e Giulia
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